venerdì 21 marzo 2014

Quello che importa è grattarmi sotto le ascelle

"Quando si tende a fare le cose che fanno tutti gli altri si diventa tutti gli altri."


"Scrivere è il novanta per cento di me. L'altro dieci è aspettare di scrivere."





Divertente, umano. Questo libro-intervista ci mostra un ritratto umano del "privato" Bukowski. Molto simile ai suoi racconti, del resto, l'interesse e la "novità" del libretto stanno nella quasi troppo prolissa prefazione della Pivano. Proprio da questa traggo una frase che sinceramente mi ha fatto morire: "Umanità, mi stai sul cazzo da sempre. Questo è il mio motto."

Condensa alla perfezione il bukowski-non pensiero: aggressivo, ironico, cinico, minimalista, aggressivo.

Mi si conferma il dubbio, ormai certezza, una volta di più, che la costruzione di mitologie, e il vecchio Charles ne sapeva qualcosa, sia un modo di neutralizzare personaggi semplificandoli fino all'inutilità.

Bukowski, piaccia o meno, mette dei sassolini nelle scarpe della borghesia.


Nessun commento:

Posta un commento